Ancora conferme sulle ragioni degli ex dipendenti MIDAL.
Ancora una sentenza che reintegra tre lavoratori nei negozi CONAD che hanno nel frattempo rilevato parte delle attività commerciali ex MIDAL.
Nell’Ultimo incontro, riferito alla procedura di licenziamento in corso per effetto della chiusura del Consorzio al prossimo 30 giugno, l’Amministrazione comunale ha accolto le richieste della Flaica del Lazio per il passaggio obbligato alle dipendenze delle aziende partecipate che subentreranno nelle varie attività nel complesso immobiliare di Selva dei Pini.
Questa mattina i lavoratori della Pomezia Servizi si sono riuniti in assemblea nei locali del Comune per chiedere al Sindaco di rivedere la decisione di porre sul mercato degli appalti i servizi strumentali attualmente gestiti dall’Azienda comunale.Il Sindaco, impegnato presso la Regione Lazio, ha fissato un incontro con una delegazione sindacale per domani, 14 gennaio, alle ore 12.
Clamoroso alla Fiege-Borruso di Colleferro, la multinazionale della distribuzione commerciale. I lavoratori, nell’assemblea sindacale indetta dalla FlaicaLazio, all’unanimità, hanno chiesto di modificare l’applicazione dell’accordo sindacale sulla chiusura della procedura di mobilità firmata con i confederali, ma non dalla R.S.A. Flaica.
I lavoratori di Colleferro hanno contestato la misura e le modalità della C.I.G.S. sottoscritta nel contestato accordo, che ha perfino riconosciuto un esubero superiore a quello dichiarato dall’Azienda nella lettera di apertura della procedura. Come se non bastasse, i sindacati confederali hanno anche concordato con l’azienda che gli addetti al magazzino in cassa integrazione siano sostituiti da soci-lavoratori della cooperativa di facchinaggio già presente nel sito!!!!.
Tutto questo, senza nessuna consultazione concezione oscena della funzione rappresentativa, un atteggiamento spudorato da parte del sindacato concertativo, che decide sulla pelle dei lavoratori senza nemmeno sentire il bisogno di interpellarli.
Ma alla Fiege-Borruso di Colleferro i lavoratori non ci stanno ed hanno deciso di sottrarre all’azienda il potere punitivo e discriminatorio che i sindacati confederali gli hanno concesso. Essi, vogliono una gestione solidaristica, senza effetti discriminatori, nell’applicazione pratica dell’ammortizzatore sociale.
Per questo, possono anche sorvolare sugli eccessi della misura, ma non potranno mai accettare la logica che l’azienda decide di eseguire un condanna a morte con il sindacato che gli fornisce il patibolo.