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Abbvie – Cambia l’appalto dei servizi ad Aprilia

Aria nuova dal primo febbraio nei servizi di pulizia e facchinaggio presso l’Abbivie di Aprilia, società multinazionale del farmaco. Una cinquantina di lavoratori che, con un sospiro di sollievo, cambiano  finalmente impresa dopo circa vent’anni non di poche luci e molte ombre.

I VERBALI

Part-time e consenso.

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Cassazione: da tempo pieno a part-time – necessità dell’accordo scritto

Con sentenza n. 1375/2018, la Corte di Cassazione, intervenendo su una questione relativa ad un rapporto di lavoro sviluppatosi nel tempo in periodi di tempo parziale e di full-time, ha affermato che, mentre il rapporto a tempo pieno è desumibile dal comportamento tenuto dalle parti in costanza di svolgimento  dello stesso, quello a tempo parziale, in diminuzione rispetto al normale regime contrattuale, deve necessariamente risultare da atto scritto, essendo vietata al datore di lavoro la modifica unilaterale del regime relativo all’orario di lavoro.

Igiene Urbana Pomezia. Ipotesi di accordo.

Pomezia

Si tenta di tenta di coniugare salario e produttività al Consorzio Formula Ambiente di Pomezia, che gestisce il servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti nel comune di Pomezia. Ora la parola passa alle maestranze per l’approvazione definitiva.

L’Ipotesi di accordo

Latina. Azienda speciale e precariato.

Raggiunto l’accordo con l’azienda speciale del comune di Latina.

Il 19 gennaio, presso l’Ispettorato Territoriale di Latina è stato raggiunto un importante accordo per dare soluzione ai lavoratori precari, per anni somministrati e sub-appaltati dalla fallita Latina Ambiente, per il riassorbimento graduale nei ruoli della nuova società comunale per la gestione dei rifiuti denominata ABC (Azienda beni comuni). Come la storia insegna, spesso dalle macerie nasce un futuro migliore.

L’ACCORDO SINDACALE

LATINA. La COMP TECH EUROPE è stata spacchettata durante le festività.

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La Befana ha portato  un brutto regalo ai dipendenti della Comp Tech, la società che  fornisce arredi e manutenzione alle  ferrovie dello Stato.

Certo, non c’erano buoni segnali prima delle festività natalizie, quando le maestranze sono state messe tutte in ferie fino all’anno nuovo, senza sospettare  che al rientro avrebbero trovato i locali vuoti, privi dei macchinari, attrezzature e materiale per la produzione.Una breve indagine è bastata per scoprire che gli strumenti della produzione si trovavano presso alcuni sub-fornitori del territorio circostante, ai quali erano stati affidati i lavori perché l’affitto del locale era scaduto e la Comp Tech non avrebbe avuto più un proprio stabilimento.

A parte la scorrettezza di comportamento, con l’epilogo della fuga ed il tentativo  di fare “fagotto”,  che avrà la consueta risposta dei dipendenti traditi e danneggiati, sorge un dubbio:

E’ normale  che  un’impresa industriale, in quanto tale, partecipa ad una gara pubblica e vince sulla concorrenza acquisendo la commessa  poi diventa di fatto impresa similmente  intermediaria e trasforma la sua natura?

Porremo il quesito alla committenza ed alla concorrenza. Vediamo che succede.

Paternità: aumentano i permessi nel 2018.

QUATTRO GIORNI OBBLIGATORI PIU’ UNO FACOLTATIVO.

Passa da 2 a 4 giorni per l’anno 2018, la durata del congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente,  che possono essere goduti anche in via non continuativa.

Il congedo obbligatorio è fruibile dal padre lavoratore dipendente entro e non oltre il quinto mese di vita del bambino o dall’adozione/affidamento e quindi durante il congedo di maternità della lavoratrice madre o anche successivamente purché entro il limite temporale dei 5 mesi dalla nascita del figlio.

Tale congedo si configura come un diritto autonomo e pertanto è aggiuntivo a quello della madre e spetta comunque indipendentemente dal diritto della madre al proprio congedo di maternità. Il congedo obbligatorio è riconosciuto anche al padre che fruisce del congedo di paternità.

Si ricorda che, secondo quanto affermato dall’Inps, questi congedi non possono essere frazionati ad ore.

Per i giorni di congedo obbligatorio, il padre lavoratore ha diritto ad un’indennità giornaliera, a carico dell’INPS, pari al 100% della retribuzione.

Presentazione della domanda

Per usufruire dei giorni di congedo obbligatorio, anche non consecutivi, il padre lavoratore dipendente deve comunicare, al proprio datore di lavoro, per iscritto e con un anticipo di almeno quindici giorni, le date in cui intende utilizzare il congedo. Se richiesto in concomitanza dell’evento nascita, il preavviso dei quindici giorni si calcola sulla data presunta del parto.

CONGEDO FACOLTATIVO

Per l’anno 2018 il padre lavoratore dipendente può astenersi per un periodo ulteriore di un giorno previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima.

Il congedo facoltativo, a differenza da quello obbligatorio, è condizionato alla scelta della lavoratrice madre di non fruire di un giorno di congedo maternità. Il giorno fruito dal padre anticipano quindi il termine finale del congedo di maternità della madre.

Per il giorno di congedo facoltativo, il padre lavoratore ha diritto ad un’indennità giornaliera, a carico dell’INPS, pari al 100% della retribuzione.

Presentazione della domanda

Anche per usufruire del giorno di congedo facoltativo, il lavoratore padre deve comunicare al proprio datore di lavoro, per iscritto e con un anticipo di almeno quindici giorni, la data in cui intende utilizzare il congedo. Inoltre, deve allegare alla richiesta una dichiarazione della madre di non fruizione del congedo di maternità a lei spettante il giorno equivalente a quello richiesto dal padre, con conseguente riduzione del congedo di maternità. La predetta dichiarazione deve essere presentata anche al datore di lavoro della lavoratrice madre, a cura di uno dei due genitori.

Assistenza legge 104. Chiariti i limiti.

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Legge 104 - Flaica Lazio

Il lavoratore non è più tenuto a stare tutta la giornata con il familiare invalido e portatore di handicap, potendosi dedicare, per una parte delle ore, anche ad attività personali, ricreative a relazioni sociali.

Chi beneficia dei tre giorni mensili di permesso retribuito, previsti dalla legge 104 del 1992, non è più tenuto a prestare assistenza continuativa al familiare invalido, un’assistenza cioè per l’arco di tutta la giornata. Una parte delle 24 ore può essere sfruttata anche per riposarsi e dedicarsi a quel minimo di attività sociale che, altrimenti, non si potrebbe svolgere. E questo perché chi ha la sfortuna di avere un padre o una madre non più deambulante o con altre forme di invalidità è più svantaggiato rispetto agli altri colleghi di lavoro i quali, al termine del servizio, possono dedicarsi allo svago o alla propria famiglia. Per i primi, invece, scatta il “dopo-lavoro” costituito dall’assistenza al parente che sta male. E così, se anche i giorni di permesso retribuito “104” dovessero essere completamente impiegati per l’assistenza, il dipendente resterebbe ingabbiato in una prigione costituita per metà dal luogo di lavoro e per l’altra metà dalla casa del familiare invalido. È quanto chiarito dalla Cassazione con un recentissimo orientamento che getta le basi a una rivisitazione di tante sentenze precedenti, improntate a una massima rigidità nei confronti del dipendente che abusava dei permessi retribuiti. Addirittura, un paio di anni fa, la Corte aveva avuto modo di confermare il licenziamento nei confronti del lavoratore sorpreso, la notte, dopo aver “messo a letto” il familiare invalido, a passare le restanti ore della giornata in discoteca. Un orientamento che aveva levato la protesta di tutti coloro che, proprio perché maggiormente sfortunati rispetto agli altri dipendenti, dovevano rassegnarsi a rinunciare ad avere una vita sociale.

L’abuso dei permessi della legge 104 – sottolinea la Cassazione onde evitare equivoci che potrebbero creare aspettative e ulteriore contenzioso – resta pur sempre un illecito, punibile sia con il licenziamento, sia con una denuncia per truffa ai danni dello Stato, ma bisogna distinguere caso da caso: non si può paragonare chi se ne va a fare una gita al mare a chi, invece, dedica qualche ora per fare le pulizie di casa, incontrare qualche amico o fare un’ora di palestra. Nel primo caso, si è davanti a un vero e proprio abuso, uno snaturamento di un diritto utilizzato non per la sua precipua funzione – la tutela di chi è portatore di handicap – ma per procurarsi delle ferie; nel secondo caso, invece, si è davanti a un comportamento pienamente legittimo.«I permessi – si legge in un passaggio cruciale della sentenza- servono a chi svolge quel gravoso di assistenza a persona disabile, di poter svolgere un minimo di vita sociale, e cioè praticare quelle attività che non sono possibili quando l’intera giornata è dedicata prima al lavoro e, poi, all’assistenza»

A che servono i permessi della legge 104? La Cassazione si interroga sulla finalità dei permessi in commento e ricorda che la loro funzione primaria resta quella di prestare un aiuto e assistenza continuativa ai portatori di handicap e, nello stesso tempo, un sostegno economico integrativo alle famiglie il cui ruolo resta fondamentale nella cura e nell’assistenza dei soggetti portatori di handicap. Nello stesso tempo però – prosegue la sentenza – non si può negare la circostanza che tali permessi «vengono concessi per consentire al lavoratore, che con abnegazione dedica tutto il suo tempo al familiare handicappato, di ritagliare un breve spazio di tempo per provvedere ai propri bisogni ed esigenze personali. (…). Quel che è certo è che da nessuna parte della legge si evince che, nei casi di permesso, l’attività di assistenza dev’essere prestata proprio nelle ore in cui il lavoratore avrebbe dovuto svolgere la propria attività lavorativa. Anzi, tale interpretazione si deve escludere laddove si tenga presente che, per legge, l’unico presupposto per la concessione dei permessi è che il lavoratore assista il famiglia handicappato con “continuità e in via esclusiva”, ma è del tutto evidente che tale locuzione non implica un’assistenza continuativa di 24 ore, per la semplice ragione che, durante le ore lavorative, il dipendente non può contemporaneamente assistere il parente. Dunque è sufficiente che tale assistenza sia prestata sì con modalità costanti, ma con flessibilità dovuta in base alle esigenze del lavoratore.

In sintesi, chi beneficia di uno o più giorni di permessi retribuiti dal lavoro ai sensi della legge 104 può dedicare una parte della giornata anche “ai propri affari” purché non snaturi la sostanza di tali permessi e non dimentichi totalmente il familiare invalido. 

La sentenza. 54712-16

Visite fiscali dipendenti pubblici. Nuovo regolamento

Entra in vigore il 13 gennaio 2018 il regolamento per le visite fiscali dei pubblici dipendenti

Il Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2017, il  Decreto Funzione Pubblica 17 ottobre 2017 n. 206, contenente il Regolamento recante modalità per lo svolgimento delle visite fiscali e per l’accertamento delle assenze dal servizio per malattia, nonché per l’individuazione delle fasce orarie di reperibilità, ai sensi dell’articolo 55-septies, comma 5-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

La visita fiscale può essere richiesta, dal datore di lavoro pubblico, fin dal primo giorno di assenza dal servizio per malattia del dipendente pubblico mediante utilizzo del canale telematico messo a disposizione dall’INPS.

L’INPS procede, conseguentemente, mediante appositi canali telematici, all’assegnazione tempestiva della visita ai medici incaricati di effettuare le visite fiscali domiciliari.

La visita può essere disposta nei confronti dei dipendenti pubblici anche su iniziativa dell’INPS, nei casi e secondo le modalità preventivamente definite dallo stesso Istituto.

Svolgimento delle visite fiscali

Le visite fiscali possono essere effettuate con cadenza sistematica e ripetitiva, anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale.

Fasce orarie di reperibilità

In caso di assenza per malattia, le fasce di reperibilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.

L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi.

Esclusioni dall’obbligo di reperibilità

Sono esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i dipendenti per i quali l’assenza è riconducibile ad una delle seguenti circostanze:

  1. patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
  2. causa di servizio riconosciuta che abbia dato luogo all’ascrivibilità della menomazione unica o plurima alle prime tre categorie della Tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834, ovvero a patologie rientranti nella Tabella E del medesimo decreto;
  3.   stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidita’ riconosciuta, pari o superiore al 67%.

Il provvedimento entra in vigore il 13 gennaio 2018.

Pomezia. Cambio appalto alla Johnson & Johnson

La Sodexo Italia Spa, appaltatrice del servizio di Building and Utility, ne affida la gestione al Consorzio Pangea. Garantiti i lavoratori, ma resta il dubbio sulla intermediazione.

L’ACCORDO

Corden Pharma Latina. E’ crisi.

Cassa integrazione alla multinazionale del farmaco di Latina. Una crisi che dura da anni e sembra senza fine. Ridotti i servizi, addirittura chiude la mensa e vengono licenziati i lavoratori, forse per aver scioperato contro il mancato pagamento del salario?

Il verbale di mancato accordo  ed IL verbale di incontro

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