Home Blog Pagina 80

Privatizzazione dell’acqua. Manifestazione di protesta.

0

Mercoledì scorso, 4 novembre 2009, il Senato della Repubblica ha approvato definitivamente la legge, dal titolo “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”.

Dietro questo nome, apparentemente innocuo e dallo scarso valore politico, si cela una delle decisioni più importanti e discusse degli ultimi mesi: la privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Con un solo articolo e dopo soli 2 giorni di discussione nell’aula di Palazzo Madama, i Senatori della Repubblica hanno sancito l’obbligo per tutti gli organismi locali di ottemperare alle direttive europee che impongono l’affidamento dei servizi locali alle aziende private, servizio idrico compreso, nonostante l’Europa, nella realtà dei fatti, non imponga alcuna privatizzazione dell’acqua.

Anzi, è tutto il contrario: a Parigi, a partire dal prossimo gennaio, la produzione, il trattamento e la distribuzione dell’acqua verranno affidati ad una società pubblica, la municipalizzata Eau de Paris, estromettendo, in questo modo, Suez e Veolia due dei maggiori colossi multinazionali privati.

Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni.

Infatti, il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società, mediante il rinvio a gara, entro il 31 dicembre 2010.

Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza.

Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge, il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici.

Quindi, con la conversione in legge del decreto n. 135/09, il Senato della Repubblica sancisce che i servizi pubblici locali sono di rilevanza economica, come il gas, i trasporti e, soprattutto, l’acqua.

Si sottrae, pertanto, ai cittadini l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le banche.

Ciò vuol dire che l’affidamento di questi servizi avverrà solo attraverso gara pubblica, che i comuni non possono detenere più del 30% del capitale societario e che, per averlo, dovranno mettere a gara le azioni di cui oggi sono già proprietari per poi, magari attraverso prestiti bancari, cercare di riprendersele.

Quindi, questo Governo, con buona parte dell’opposizione, ha deciso di generare profitto anche dal servizio idrico, definito BENE ESSENZIALE dal consenso mondiale.

Quali danni provocherà quest’ulteriore sferzata di privatizzazione dell’acqua dopo quella già messa in moto dal governo Amato nel 1994?

Partendo dal concetto che il privato deve fare profitti e che i profitti si fanno a discapito degli investimenti, riducendo il costo del lavoro e alzando le tariffe, i dati dicono che dal 1994 al 2005 sono stati utilizzati 700 milioni di euro come investimenti sulla rete idrica, a fronte dei 2 miliardi di euro investiti nei 10 anni precedenti.

Quasi il 50% degli investimenti previsti nel 2008 non è stato ancora realizzato, mentre le tariffe aumentano in modo esponenziale, anche fino al 300% (vedi Arezzo e Latina).

Se fino ad oggi, in questo settore, si è riusciti a contenere i livelli occupazionali, con questa ulteriore privatizzazione inizierà, come già successo nel settore elettrico e delle telecomunicazioni, un massiccio intervento a suon di mobilità, esodi agevolati, prepensionamenti e qualsiasi altra forma di licenziamento.

Ora, il tutto, approderà alla Camera dei Deputati a partire da oggi, 10 novembre 2009, in Commissione Affari Costituzionali e verrà discusso dall’aula lunedì 16.

Ci troviamo di fronte, quindi, alla definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita e alla consegna nelle mani del mercato di un diritto umano universale, un diritto fondamentale dell’uomo che non può essere alienato, un bene comune da conservare per le future generazioni.

 Mobilitiamoci per impedire la definitiva conversione in legge del D.L. 135/09.

Salvare l’acqua è una questione di democrazia.

FLAICA Uniti – CUB – Federazione Regionale Lazio

Legge n. 153/09

Ricongiungimenti familiari. Nuove norme

I due decreti legislativi che modificano la disciplina per gli stranieri richiedenti la protezione internazionale e per i ricongiungimenti familiari, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n.  247 del 21 ottobre 2008, ed entrano in vigore il 5 novembre prossimo.

Il decreto legislativo 159/2008 prevede che:

• se al richiedente lo staus di rifugiato non viene concessa la protezione internazionale, potrà essere espulso prima dell’eventuale ricorso al Tribunale competente;
• fino alla decisione della Commissione, potrà circolare solo in un luogo di residenza stabilito dal Prefetto;
• potrà comparire di persona avanti alla Commissione;
• se presenterà domanda di asilo dopo aver subito un’espulsione sarà trattenuto in un C.I.E. (Centro di identificazione ed espulsione)
• Saranno rigettate le domande manifestamente infondate e carenti di presupposti per la concessione
• lo straniero potrà chiedere al Prefetto l’autorizzazione a restare in Italia per gravi motivi personali o di salute o, se rimpatriato, presentare ricorso tramite la rappresentanza diplomatica italiana.

Il decreto legislativo 160/2008 (ricongiungimenti familiari):

• il diritto al ricongimento familiare spetterà:
– al coniuge maggiorenne non legalmente separato;
– ai figli minori non coniugati, con il consenso dell’altro genitore;
– ai figli maggiorenni a carico, se invalidi totali;
– ai genitori a carico ovvero ultrasessantacinquenni, se gli altri figli sono impossibilitati al loro sostentamento per gravi motivi di salute;
– l’esame del Dna, con spese a totale carico degli interessati, per chiearire eventuali dubbi su legami di famiglia;
– per ogni parente occorrerà la disponibilità di un reddito lecito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, aumentato della metà dell’importo per ogni familiare.
– per il ricongiungimento di due o più figli di età inferiore a 14 anni o di due o più familiari dei titolari dello status di protezione sussidiaria sarà necessario un reddito non inferiore al doppio dell’assegno sociale annuo.
– per i genitori ultrasessantacinquenni sarà richiesta un’assicurazione sanitaria obbligatoria o l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale;
– l’attesa per il nulla osta passa da 90 a 180 giorni.

Il D. Lgs modificato

La Circolare Ministeriale del 28-10-2008

FIUMICINO (Roma). “Decolla” il sindacato di Base

0

Fiumicino. “Decolla” il sindacato di base. Apertura della nuova sede.

 E’ stata inaugurata lo scorso sabato a Fiumicino la nuova sede del sindacato di base. E’ un altro passo avanti nel progetto di radicamento sul territorio regionale delle nostre Strutture, nate dalla necessità di essere vicini alla gente, al lavoratore-cittadino, portatore di esigenze diffuse.

 

Il nostro  percorso continua in  considerazione che il sindacato cresce se incontra le attese dove esse nascono, non dove si desiderano. Del resto, il terziario, l’ambito del nostro agire, è caratterizzato da aziende di piccole dimensioni per cui è più facile incontrare i lavoratori in sede piuttosto che in fabbrica, sempre meno influente nell’opposizione sociale di antica concezione.

 

La povertà, la disoccupazione,  i contratti precari e “flessibili,” i servizi, la casa, l’assistenza sociale, i pensionati, gli immigrati, ecc.,  sono le nuove frontiere della società contemporanea. In essa, l’azione sindacale esercita un ruolo importante se è esigibile, altrimenti annega nella retorica e brucia le speranze dei contatti occasionali.

 

La nuova sede di Fiumicino è un’altra tappa. La prossima è la zona nord del comune di  Roma, dove le due sedi già esistenti non bastano più e comunque in tutte quelle  aree della regione Lazio dove si creano le  condizioni per rendere un buon servizio alle fasce sociali più deboli.

 

Il sindacato di base è pronto ovunque, ma non è fine a stesso. Per crescere ha bisogno di consenso e partecipazione, dei lavoratori, dei pensionati e di tutti coloro che portano in se il desiderio di dare un calcio all’arroganza dei poteri e dei potenti.

Prosecuzione attività lavorativa donne. Abolita la domanda

 

 

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 275-2009 ha abolito l’obbligo delle donne che al raggiungimento dell’età pensionabile, cioè 60 anni, dovevano presentare domanda per la prosecuzione fino a 65  altrimenti potevano essere licenziate dall’azienda.

LA SENTENZA

Roma. La Dussmann condannata ad assumere

IL MINISTERO PRENDE UNA CANTONATA 

                                             LA DUSSMANN VA ALL’AVVENTURA

                                                                              ED I LAVORATORI PAGANO?

 Nelle mense della Polizia di Stato si è determinata una situazione paradossale, dove l’Istituzione che dovrebbe vigilare sul rispetto delle leggi dello Stato viola la legge!

 Infatti, il Ministero dell’Interno ha bandito una gara senza tenere conto della contrattazione collettiva,  del D.lgs n. 81/08 e del Decreto Ministeriale 27/X/08.

 Nonostante fosse stato formalmente avvertito della illegittimità della gara, il Ministero ha comunque affidato l’appalto all’unica concorrente, la DUSSMANN SERVICE S.r.l., che aveva  già dichiarato l’intenzione di  dimezzare gli organici.

 Del resto, le altre aziende del settore si sono ben guardate dal partecipare poiché il prezzo a base d’asta non era  sufficiente nemmeno a pagare gli stipendi dei lavoratori che sanno di essere obbligati ad assumere.

 Il Ministero, quindi, ha violato la legge nel momento in cui ha bandito una gara senza rispettare la normativa e continua a violarla nel momento in cui affida l’appalto ad un’azienda che non rispetta le regole.

 Addirittura, pur di affidare comunque  il servizio alla DUSSMANN dal 1 aprile, le ha permesso fino ad oggi di distribuire i panini in sostituzione dei pasti che non era in grado di confezionare. 

 All’incontro in Prefettura il giorno 3 aprile ’09, convocato per salvaguardare l’occupazione, la DUSSMANN ha ribadito la sua arrogante posizione ed il Ministero ha detto che non erano fatti suoi.

La conseguenza più eclatante di questa situazione si è verificata alla Scuola di Polizia di Nettuno dove ai 36 lavoratori in servizio da decenni è stato proposto la riduzione dei vecchi contratti al 30% e per soli tre mesi. Chi non accetta è licenziato.

 Una proposta beffarda, che offende i lavoratori ed umilia le Istituzioni.

I lavoratori, assistiti dallo studio  FARANDA-CRUPI, legali della Flaica, hanno  chiamato in giudizio la Dussmann ed il Tribunale ha emesso la prima ordinanza che obbliga la ditta ad assumere i lavoratori. A breve ci saranno altre pronunce perché il problema riguarda circa   60  unità.

ORDINANZA TRIBUNALE DI ROMA 

ORDINANZA TRIBUNALE DI VELLETRI

Sentenza n. 4819-09

Pavona. Sciopero autotrasportatori stampa

 

 

I dipendenti della Cantelmi S.r.l., ditta trasportatrice della stampa mondatori ed espresso, per conto di Transitalia S.r.l., sono entrati in sciopero dal 1 novembre per protestare contro la procedura di mobilità messa in atto dall’azienda su implicita ispirazione della Transitalia, nella logica della riduzione dei costi attraverso la precarierizzazione dei contratti di lavoro.

Infatti, la Cantelmi s.r.l. gestisce il servizio con un contratto di affitto di ramo di azienda sottoscritto con le organizzazioni sindacali Flaica ed Sdl  il 22 luglio 2008.

L’accordo prevede l’integrale mantenimento delle condizioni contrattuali già acquisite ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

Viceversa, Transitalia ha risolto il contratto con Cantelmi e quest’ultimo ha aperto la procedura di mobilità.

I lavoratori sono scesi in sciopero per il rispetto dell’accoro sindacale.

Non  sono esluse azioni giudiziarie.

accordo sindacale

ULTIMI ARTICOLI