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Per l’unità del sindacalismo di base

Il seminario nazionale della commissione costituente per la costruzione di un nuovo soggetto sindacale riunito a Rocca di Papa l’11 e 12 settembre, ha deciso di promuovere un momento pubblico di confronto in cui presentare e discutere quanto fin qui definito nel progetto di costruzione del nuovo sindacato di base. L’Assemblea si terra’ il 3 Ottobre a Roma.

            La discussione, animata dagli interventi di oltre 50 dirigenti della CUB, di SdL Intercategoriale, della RdB, cui ha dato un positivo contributo anche la segreteria dello Snater, ha indicato le caratteristiche principali che dovra’ avere il nuovo sindacato di base ed ha avviato la discussione sul modello sindacale da adottare.

            Un sindacato generale intercategoriale nazionale unitario di massa democratico e conflittuale, articolato in categorie e sul territorio; indipendente dai governi, dai partiti, dai padroni.

            Un sindacato che si occupi non solo di cosa si produce ma anche di come si produce, avendo presente non solo la contraddizione capitale/lavoro ma anche la contraddizione capitale/ambiente e che renda i lavoratori protagonisti diretti del proprio futuro.

            Un sindacato presente e attivo nelle aziende ed anche capace di organizzare e rappresentare la complessità delle figure sociali generate dalla frammentazione produttiva e sociale a partire dai precari.

            Un sindacato che attraverso l’aggregazione dei vari soggetti organizzati che vi partecipano dia vita ad un soggetto confederale solidale, articolato in due grandi aree che raggruppino i lavoratori pubblici ed i lavoratori privati e che a loro volta si articoleranno organizzativamente per settori di intervento con piena autonomia negoziale.

            Un sindacato che garantisca sul piano economico la possibilita’ di pianificare lo svilluppo dell’organizzazione a tutti i livelli e, automaticamente, garantisca altresì a tutte le istanze le risorse necessarie a svolgere in piena autonomia l’ attivita’ sindacale.

             L’ Assemblea del 3 Ottobre intende proporre a tutti i lavoratori ed ai soggetti organizzati interessati di partecipare alla costruzione di questo entusiasmante progetto di un sindacato nuovo, includente e utile ai lavoratori.

Rocca di Papa. 12.09.09

pomezia

Prove di 14^ mensilità negli asili nido di Pomezia

Pomezia – martedì, 07 luglio 2009

Primo accordo Flaica CUB con la Pomezia Servizi che apre spazi nella trattativa in corso tesa al riconoscimento di una retribuzione decente in un settore da sempre carente di potere contrattuale.
In allegato il testo dell’accordo sottoscritto il 19 giugno scorso.

                                                            prendi il VERBALE DI ACCORDO

 

 


Segreteria Regionale Flaica CUB Lazio

Trasporti e Logistica

Autotrasporto merci e logistica – Cooperative di facchinaggio e trasporto

Agci-Psl, Ancst-Legacoop, Federlavoro e servizi Confcooperative con Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uiltrasporti hanno integrato il Ccnl 29 gennaio 2005 con una disciplina specifica per le cooperative di facchinaggio e trasporto.

ACCORDO 15 LUGLIO 2009 – APPLICAZIONE CCNL

sintesi accordo

 CCNL COMBINATO

CCNL 2005

assemblea nazionale cub

Appello all’unità.

Si può credere di volare mentre si è immobili  e pensare di avere coraggio allontanando  gli ostacoli. Può sembrare ipocrisia, ma è solo una questione di convenienza: disegnare con la fantasia la realtà che si desidera.

 

L’Assemblea di Milano del 9-11 ottobre prossimo cade nel momento peggiore della vita interna della CUB e rischia di essere, così com’è concepita, la fase finale di una competizione pericolosa,  tendenzialmente masochista. L’occasione,  indotta dalla contrapposizione interna, può   rendere  definitiva la rottura e l’argomento che resta da definire è  solo a chi dare la colpa.

 

Naturalmente, in base alla  metodologia della giustificazione, agli altri.

 

Non intendo fare polemica e neppure facile ironia, ma un ulteriore appello ad uscire dalla spirale in cui si è infilata l’Organizzazione, solo per una questione di primato. In questa logica l’Assemblea di Milano  è la risposta a quella di Rimini,  che pure non ha chiuso la porta alla proiezione unitaria.

 

Il risultato finale, se non si recupera l’unità interna, sarà la condanna al nanismo politico della CUB residua e la nascita di un ulteriore soggetto sindacale che, paradossalmente, pensato per ridurre la frammentazione  del fronte antagonista finirà  per aumentarla.

 

Nel pantano attuale la CUB c’è finita per conseguenza, non per contrasti nella visione di fondo.  Lo  scontro non è nato sulla  natura del sindacato alternativo, sull’autonomia dalla politica, sul ruolo nella società, sulla difesa dei lavoratori…  La diatriba è sorta su questioni di carattere statutario e di iniziativa politica, con interpretazioni e forzature reciprocamente arbitrarie e dissonanti.

 

Intanto, le spinte concorrenti stanno  generando una grande confusione all’interno, ma soprattutto all’esterno, dove la CUB paga un prezzo enorme in termini di immagine e credibilità. Adesso, se  esiste ancora il senso di responsabilità, c’è bisogno di fare tutti un passo indietro perché sarebbe folle buttare all’aria il lavoro di questi anni e  pensare che divisi si può essere più forti che uniti.

 

La divisione della CUB, prima di tutto, è contro l’interesse dei lavoratori e noi stiamo tradendo il mandato di coloro che in questi anni ci hanno dato fiducia. Quelli a cui abbiamo promesso da tanto tempo il grande sindacato di massa capace di recuperare i diritti perduti nel sistema delle connivenze tra confederali, partiti e padronato.

 

Sono contro gli schieramenti nel sindacato di base perché l’azione sinergica è la condizione essenziale per la crescita  del movimento. E nemmeno condivido la drammatizzazione del dissenso sulle questioni di vita organizzativa.  Si può anche non essere d’accordo, anzi, aumentiamo pure la discussione, ma per dirimere i contrasti ci sono le regole:  della democrazia, dell’etica e della morale, alle quali abbiamo tutti promesso fedeltà.  

 

Con questo spirito, mi annovero tra coloro che hanno chiesto ad RDB di non rompere i ponti con l’Assemblea di Rimini e continuano a credere  che bisogna anche evitare la situazione di non  ritorno che potrebbe determinare l’assemblea di Milano. So che potrei scontentare entrambi,  ma il problema non è una pacca sulla spalla se in gioco c’è la salvezza del patrimonio unitario della CUB. Comunque vada, alla fine sarò in pace con la mia coscienza, convinto  di aver fatto tutto il possibile per proteggere  il bene comune dai difetti della personalità.

 

Il passaggio è stretto e la situazione è disperata. Ma, come titolava un noto film di Alberto Sordi,  “Finché c’è guerra c’è speranza”. L’unica condizione che può affossare definitivamente la CUB è quella che l’Assemblea di Milano assuma decisioni statutarie o elettive, che oltretutto  sarebbero anche invalide.

 

La proposta è  che l’Assemblea di Milano, come quella di Rimini, diventi un momento di discussione e approfondimento allo scopo di determinare  le condizioni per arrivare a convocare in maniera concorde la vera  Assemblea Nazionale della CUB e riprendere il  cammino unitario verso  la costruzione del grande sindacato di massa atteso nel mondo del lavoro e nella società italiana.

 

Certo, c’è da chiarire di quale CUB si  parla. Se abbiamo cambiato idea o la pensiamo sempre allo stesso modo, perché l’ultima discussione era ferma allo schema del rilancio organizzativo senza grosse differenze sulla natura dell’Organizzazione.

 

Io penso alla CUB che conosco, la cui struttura portante è costituita dalle Federazioni di categoria, autonome e sovrane, che compongono ed alimentano il Soggetto confederale titolato alla gestione delle politiche generali.

 

Un diverso modello organizzativo sarebbe in contraddizione con la natura del sindacato di base, che trova la sua ragione d’essere nel protagonismo dei lavoratori, che si realizza con l’agire  in prima persona nella vita organizzativa, nell’azione sindacale e nella  gestione  delle loro risorse.

 

Il baricentro del sindacato di base non è nel primato degli apparati, ma è nel legame con i luoghi di lavoro, col territorio,  con la specificità dei gruppi e la coerenza delle idee.

 

Ciò non toglie che le singole categorie, in armonia con le Strutture primarie e nel rispetto della propria autonomia, non possano adattare il proprio modello organizzativo  alla loro peculiarità. Penso,  per esempio, agli edili, agli agricoli ed a quanti non hanno neppure la riscossione delle quote associative a mezzo delega o a quelli che le hanno già accentrate a livello nazionale.

 

Resta il problema dei costi di gestione delle Strutture di coordinamento per i quali si  dovrà certamente concorrere in modo proporzionale, equo e trasparente.

 

Ritengo pure ineludibile che ad ogni livello decisionale del sindacato valga sempre la prima regola della democrazia: una testa un voto, per chiunque abbia titolo ad esercitarlo.

 

Un Soggetto sociale  è per natura plurale e  deve riconoscere in sé il diritto di cittadinanza a tutte le componenti il ceto popolare. Ne deve assumere le istanze  e difenderne gli interessi, ma nella capacità operativa non può cedere identità, altrimenti si rischia che il movimento dei  lavoratori  sia rappresentato da non lavoratori! Non ci debbono essere “figli di un Dio minore”, ma gli equilibri vanno salvaguardati con  correttivi di  buon senso in base alle diverse sensibilità.

 

Non è Vangelo e tutto è discutibile, se la CUB tiene. Altrimenti dovremo prendere atto di aver corso per circa venti anni dietro un’illusione. Quella che ci fa credere di volare col coraggio della fantasia.

 

Lasciamo perdere la difesa  dell’orticello, le ripicche ed i rancori. Salviamo una buona  idea, salviamo la CUB.

                                                                                                    Amedeo Rossi

                                                                                 Segreteria Regionale Flaica del Lazio

sanatoria colf e badanti

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  SANATORIA COLF E BADANTI    
                 
                 
        Scadenza 30 settembre 2009    
                 
                 
Si applica ai  rapporti irregolari in corso da data antecedente al  1/4/09.
per     COLF        
quale persona adibita  al  lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare
e     BADANTI      
quale persona adibita all’assistenza per se stesso o per componenti la propria
famiglia, ancorché non conviventi, affetti da patologie o handicap che ne limi-
tino l’autosuficienza, certificata dalla struttura pubblica o da un medico con- .
venzionato con il servizio sanitario, se non già riconosciuto invalido civile.
                 
                 
LA DICHIARAZIONE PER L’EMERSIONE DEI LAVORATORI EXTRACOMUNITARI  
                 
Si presenta, in via telematica, allo Sportello Unico per l’Immigrazione presso
la Prefettura-UTG del luogo dove si svolge il rapporto.      
                 
deve comprendere: BADANTI (max 2 persone per soggetto)
a) – i dati identificativi del datore di lavoro;          
b) – le generalità del lavoratore e gli estremi del passaporto;      
c) – la tipologia e le modalità di impiego;            
d) – che la retribuzione convenuta non è inferiore a quella del contratto nazionale;  
e) – il periodo lavorativo svolto;            
f) – la proposta del contratto di soggiorno (disponibilità alloggio e accollo spese di viaggio per rimpatrio);
g) – gli estremi della ricevuta del pagamento di 500 euro, da effettuare  con Mod.F24;
h) – il codice a barra di una  marca da bollo da euro 14,62.      
inoltre, solo per le COLF   (max 1 persona per nucleo)
i) – il possesso del reddito minimo annuo di 20.000 euro per famiglia con un 
      solo percettore, elevato a 25.000  in  presenza di più  percettori;  
l) – l’orario lavorativo di almeno 20 ore settimanali;      
                 
E possibile regolarizzare analoghi rapporti con lavoratori  COMUNITARI mediante
semplice dichiarazione da presentare direttamente all’Inps.      
        Informazioni ed assistenza gratuite in sede

studenti meritevoli

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studenti meritevoli

La Regione Lazio ha previsto un contributo di 500 euro agli studenti che si iscrivono al 1° – 3° e 4° anno della scuola superiore, che hanno ottenuto la pronozione con almento 7/10 e possiedono un reddito isee massimo di 15.ooo euro.

Le domande vanno presentate al comune di appartenenza.

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