Il 29 agosto scorso, come un fulmine a ciel sereno, l’Amministrazione Comunale ha deliberato l’immediato scioglimento del Consorzio per l’Università di Pomezia, Ente a prevalente capitale pubblico (98%), che gestisce alcuni corsi universitari della Sapienza e dell’Università Europea.
Uno choc per 400 studenti che debbono interrompere i corsi di studio e lo spettro del licenziamento di 21 dipendenti diretti, 7 somministrati ed una decina con contratti “atipici”.
Avevamo incontrato il sindaco FUCCI – del Movimento 5 Stelle- il giorno prima. Ci aveva spiegato i motivi della sua scelta, cioè che il Consorzio era un carrozzone mangiasoldi, uno scempio al concetto della sana amministrazione delle risorse pubbliche, un testimone oneroso della vecchia politica, quando le scelte di fondo erano il frutto di patteggiamenti e spartizioni a prescindere dagli interessi dei cittadini.
Bene, prima di tutto, gli interessi dei cittadini! Ma è contro l’interesse dei cittadini un polo culturale e formativo sul territorio? Ed è contro l’interesse dei dipendenti-cittadini la salvaguardia del loro posto di lavoro? Va bene moralizzare la spesa pubblica, ma una scelta politica così importante non può prescindere da una seria valutazione delle conseguenze.
I lavoratori, con voto unanime dell’assemblea tenuta il 30 agosto, consci che la questione politica esula dalla loro capacità d’azione, hanno chiesto all’Amministrazione comunale l’apertura del confronto per concordare:
– tempi e modalità di applicazione della delibera;
– prospettive di utilizzo futuro della struttura;
– salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità degli attuali dipendenti.
Nell’incontro sindacale del 16 settembre, il Sindaco ha aperto a possibili soluzioni e nei prossimi giorni si conosceranno gli esiti.
Come CUB, ci battiamo da oltre 20 anni per cambiare il mondo del lavoro, la società e la politica italiana. In alcuni punti del programma del Movimento 5 Stelle ritroviamo i nostri tratti genetici, come l’avversione alla casta, ai poteri forti ed alla voglia di battersi per assicurare a tutti i cittadini il diritto costituzionale al lavoro, al reddito ed alla salute, per una vita libera e dignitosa.
Ma, rispetto alla portabilità della rappresentanza dei lavoratori, chiediamo al Movimento 5 Stelle coerenza con il concetto di democrazia diretta, che per noi si concretizza nel contatto quotidiano col bisogno, nella percezione intrinseca della sofferenza sociale.
I lavoratori dell’Università di Pomezia, dalla vecchia politica hanno ricevuto solo briciole, un posticino, un salario da fame, pagati a caro prezzo con la cessione di dignità alla reciprocità indotta del consenso. Oggi, però, nella nuova situazione, rischiano di cadere dalla padella alla brace, perché da vittime della vecchia politica passano a martiri dell’idea di cambiamento.
Il cambiamento non può essere l’occasione per radere al suolo un palazzo fatiscente senza aver messo al sicuro gli inquilini e le masserizie. Se non fa questo, un sindaco M5S smette di essere la soluzione e diventa parte del problema. I conti debbono quadrare nella logica dei valori di cui è portatore, senza false promesse, ma perseguendo in ogni caso la prospettiva della soluzione.
Inoltre, per cambiare la società serve consenso. Il Movimento 5 Stelle, alle ultime elezioni, ha raccolto molti voti per “esclusione”, essendo l’unico Soggetto alternativo ai vecchi, impresentabili partiti. Ma, conoscendo la capacità gattopardesca dei poteri, alle prossime consultazioni elettorali ci saranno altri “movimenti” con l’intento di erodere consenso sullo stesso terreno al M5S.
Allora, finita la novità, il consenso sarà direttamente proporzionale agli esiti dell’azione di governo ed in relazione alla capacità di aver trasformato la speranza di cambiamento in fiducia nel futuro.
La CUB che rappresento, oltre la speranza, intende generare fiducia nel cambiamento possibile, cioè nella ricerca dell’equilibrio delle ragioni sulle ragioni dell’utopia.
Il Segretario Regionale
Amedeo Rossi
Pomezia, settembre 2013.