Indossare la tuta da lavoro in azienda, seguendo le modalità impartite dal datore, fa parte del tempo lavorativo e pertanto va pagato.
La Cassazione, con sentenza n° 19358 del 10 settembre 2010 ha dato ragione ai lavoratori, operai e impiegati, che indossano la tuta nello spogliatoio aziendale: “il tempo necessario a cambiarsi deve essere pagato perché viene usato a vantaggio del datore ove non sia data facoltà al lavoratore di scegliere il tempo e il luogo ove indossare la divisa stessa.
Secondo i supremi giudici «Se è data facoltà al lavoratore di scegliere il tempo e il luogo ove indossare la divisa (anche presso la propria abitazione prima di recarsi al lavoro), la relativa attività – spiega la Suprema Corte – fa parte degli atti di diligenza preparatori allo svolgimento dell’attività lavorativa, e come tale non deve essere retribuita».
Invece, prosegue la Cassazione con la sentenza 19358, «se tale operazione è diretta dal datore di lavoro, che ne disciplina il tempo e il luogo di esecuzione, rientra nel lavoro effettivo e di conseguenza il tempo ad essa.
La sentenza conferma il precedente orientamento della Corte.