Emmelunga-Aiazzone. Ultimo atto.

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Sembra una  farsa,  ma è una tragedia. Annunciata, temuta, contestata, con  tante pagine colegate di  sospetti, per la quali, ci risulta, la Magistratura penale è già al lavoro.

Era chiaro da tempo,  da quando Emmelunga aveva ceduto l’attività al gruppo Aiazzone, che gli spacchettamenti,  le scatole cinesi, i finti affitti, rispondevano ad un’altra logica in cui prevaleva  la finanza e la speculazione sulla tecnica commerciale. 

Vendere la merce disponibile e non rifornire i negozi,  passare all’incasso incurante del rapporto con la  clientela,  spremere i dipendenti senza pagarli,  presuppone un solo obbiettivo: arraffare quanto più possibile e scappare!

Peccato che  scappano solo i “padroni” verso  i cosiddetti paradisi fiscali.  Alle loro spalle lasciano i gravi effetti di un sistema permissivo verso i prepotenti e punitivo nei riguardi dei più deboli:  ottocento dipendenti rimasti senza salario da molti mesi, che avranno appena il TFR dal fondo di garanzia Inps, se non hanno fatto la sciagurata scelta della  “previdenza complementare”.

Proviamo a ostacolare il piano di fuga!

Hanno iniziato  dipendenti di Pomezia,  oggi,  dicendo basta e occupando i locali.  Lo hanno fatto  dopo aver  ricevuto la comunicazione del fallimento della HOLDING,  la disposizione dell’attuale affittuario, la PANMEDIA, di smettere la vendita per passare all’inventario e soprattutto un sonoro “niet” al pagamento delle tre mensilità arretrate oltre a 13^ e 14^.

Hanno bloccato tutto e chiedono la soluzione finale: attraverso la curatela fallimentare rimettere i negozi tutti insieme, affidandoli ad unico operatore di mercato che garantista affidabilità e prostettiva di rilancio dell’attività commerciale.