Non c’era alternativa per evitare l’estrema unzione ad un’azienda pubblica massacrata da anni di politica autoritaria e dissennata, fatta di sprechi e privilegi di una casta politica già punita dai cittadini e prossimi alla resa dei conti con la giustizia penale ed amministrativa.
La condizione posta dal Tribunale di Civitavecchia per evitare il fallimento ed i licenziamenti era unica: riportare l’orologio all’indietro e ripartire dai minimi. L’abbiamo fatto, coscienti che l’interesse generale sia più tutelato da una gestione pubblica efficiente dei servizi piuttosto che da quella speculatrice dei privati.