LA FESTA L’HANNO FATTA A TUTTI I DIPENDENTI, IN PREVALENZA DONNE, CHE PRESIDIAVANO IL POSTO DI LAVORO NEL VICTORIA PALACE HOTEL.
L’hanno fatta ai clienti alloggiati nell’albergo, svegliati all’alba dal frastuono “dell’assalto” dei reparti speciali in assetto di “guerra”.
L’hanno fatta alla dignità della vita dei dipendenti che chiedevano solo di mantenere il lavoro che c’è e per una diatriba giudiziaria viene a mancare.
L’hanno fatta all’etica della giustizia che presuppone il contemperamento di tutti gli interessi in gioco per i quali è necessaria una ribadita sentenza e non una semplice ordinanza per evitare l’impatto sociale ed il danno all’immagine della vocazione turistica dell’intero territorio.
L’hanno fatta al diritto costituzionale della libertà di associazione ”sequestrando” il sindacalista all’esterno per evitare contagi.
La festa, o meglio la frittata, è fatta. Ma, sia pure con tanta amarezza, diciamo che non finisce qui. Qualcuno dovrà pure rispondere dei danni procurati. Stiamo vedendo se è possibile una “class action”.
La battaglia si sposta in Tribunale ed inizia con due date già definite: il 31 di marzo ci sarà l’udienza sulla legittimità dell’affitto ed il 1 di aprile sulla legittimità dell’ordinanza di “sloggio”.
I lavoratori saranno presenti in massa in entrambe le occasioni..
rassegna stampa: Latina oggi 1 latina oggi 2 Il Messaggero