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Pomezia Servizi. Parte lo spezzatino dell’azienda pubblica.

Il Consiglio comunale di Pomezia  del 30 dicembre 2013,   ha di fatto deciso l’eutanasia della società partecipata a totale capitale pubblico.

La giunta a 5 stelle ha realizzato un’idea della precedente amministrazione del PD: la liquidazione fallimentare della Pomezia Servizi, con l’affidamento in “house” dei soli servizi sociali ad una nuova società pubblica appositamente costituita, senza debiti, beffando i creditori degli oltre 17 milioni di euro accumulati dalla gestione clientelare dei partiti politici che si sono avvicendati alla guida del Comune dal 2004 in poi.

Per correttezza, dobbiamo ammettere che l’amministrazione 5 stelle ha ripianato in buona parte il debito, evitando il fallimento della Pomezia Servizi. Però, non ci piace la logica della gestione privata dei servizi pubblici, per il carico di   precarietà che caratterizza l’ambito del lavoro  privato ed il complicato equilibrio che genera l’interesse al profitto con lo  sfruttamento della manodopera.

Nell’incontro sindacale del 14 gennaio  il Presidente del Consiglio di amministrazione ha illustrato le linee guida alle quale la società deve attenersi:

Per i settori del verde, manutenzione e pulizie, sono stati pubblicati i bandi per l’affidamento in  appalto. Nei capitolati sono inserite le clausole di garanzia per l’assorbimento integrale di tutti i lavoratori alle medesime condizioni economiche e normative già maturate;

I settori del sociale, compreso gli asili e le scuole materne, saranno affidati in “huose” alla costituenda azienda comunale socio-sanitaria.

Le sole farmacie comunali restano con  la Pomezia Servizi Spa con l’obbligo di pervenire  al pareggio di bilancio e la possibilità di ricorrere alla gestione con partener privati.

La situazione è chiara, ma complessa. Al termine dell’incontro, la Flaica Regionale ha chiesto al sindaco Fucci un confronto più approfondito.

Legge di stabilità

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legge di stabilità flaica lazio

Riportiamo alcune   novità 2015 che interessano i lavoratori.

Securitas Metronotte. Chiuso l’accordo.

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Metronotte - Flaica Lazio

Una buona notizia per il capodanno dei lavoratori alla Securitas  Metronotte, l’Istituto di Vigilanza privata che a  meno di un’anno dall’ultimo licenziamento collettivo di 48 unità, aveva comunicato l’intenzione di procedere all’ulteriore taglio di 64 dipendenti occupati nel Lazio.
L’accordo è stato trovato in extremis sulla base delle disponibilità volontarie all’esodo incentivato.

Purtroppo, pero, il settore della vigilanza armata resta ancora in crisi in quanto subisce la concorrenza di operatori senza scrupoli, spesso mascherati da cooperative di custodi e portierato, senza porto d’armi e senza qualificazione giuridica. In questo modo gli appalti si prendono al ribasso, mettendo fuori mercato gli Istituti specializzati,  con sfruttamento di manodopera sottopagata, poco professionale e priva della funzione ausiliaria alla pubblica sicurezza.

Come dire: si paga poco ma e si serve a poco.

L’ACCORDO SINDACALE

Pontinia (Latina). Chiusa la vertenza Tra.sco.

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Il 23 dicembre, anche i lavoratori della Tra.Sco.,  l’azienda comunale, hanno ricevuto la buona notizia che i 18 licenziamenti sono stati ritirati dalla Società dopo l’accordo sindacale sottoscritto presso l’Associazione Industriale di Latina.

La vertenza era nata dalla decisione dell’Amministrazione comunale di togliere l’affidamento dei servizi strumentali alla Tra.Sco per gestirli direttamente con l’assunzione di 7 lavoratori licenziati dal comune limitrofo di  S. Felice Circeo, dichiarato in dissesto, e per fronteggiare i costi eccessivi del servizio di refezione scolastica.

L’accordo sindacale è stato raggiunto sulla base di uscite volontarie, per chi ne ha interesse, e con l’incremento di ulteriori servizi che saranno affidati dal Comune, oltre all’impegno per  un’ulteriore e successiva verifica  dei costi nella refezione scolastica.

Si è così conclusa una vicenda che aveva del paradosso: il comune di Pontinia solidarizza con i cittadini di S. Felice e dimentica di quelli  del proprio territorio.

L’ACCORDO SINDACALE

Congresso Provinciale di Latina

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Nuovo Segretario Generale della Flaica.

Maria Lorenza Piras, 38 anni,  eletta all’unanimità dal Congresso provinciale di Latina tenuto il 9 dicembre 2014.

La Piras, che ha già un’esperienza ultradecennale nella Federazione, succede nell’incarico di segretario generale ad  Amedeo Rossi, che continua a dirigere la struttura regionale del sindacato.

Al nuovo Segretario generale gli auguri di buon lavoro da parte dei colleghi e dei delegati sindacali.

Ammortizzatori sociali e novità

ammortizzatori sociali - Flaica Lazio

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha trasmesso agli Assessorati del Lavoro delle Regioni la nota n. 5425 del 24 novembre 2014 pdf_icon, con gli aspetti applicativi del Decreto Interministeriale n. 83473 del 1° agosto 2014, sui criteri di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente.

In particolare, il Ministero evidenzia l’ambito di applicazione del Decreto interministeriale, itempi e le modalità per la presentazione della domanda di concessione proroga del trattamento in deroga e i limiti massimi di durata di CIG e mobilità in deroga.

ACCORDO REGIONE LAZIO DEL 4-12-14

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato la circolare n. 26 del 7 novembre 2014, con la quale fornisce precisazioni ed indicazioni operative sulla procedura di concessione ed erogazione del contributo di solidarietà – artt. 5 e 8, del decreto-legge n. 148/1993, convertito con modificazioni, dalla legge n. 236/1993 e successive modifiche e integrazioni.

Contratti a termine. Massimo tre anni nelle supplenze.

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corte di giustizia europea flaica lazio

 illegittima la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi

La Corte di Giustizia Europea, con sentenza C-22/2013pdf_icon del 26 novembre 2014, ha dichiarato contraria al diritto dell’Unione Europea la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nella parte in cui prevede la reiterazione, da parte della Pubblica amministrazione, dei contratti a termine oltre i 36 mesi (art. 10, comma 4bis, del Decreto Legislativo n. 368/2001).

Permessi sindacali. Diritto e retribuzione

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corte suprema di cassazione flaica lazio

Cassazione: permesso sindacale e assenza non retribuita

Pubblicato il 18 nov 2014

Con sentenza n. 24393 del 17 novembre 2014 la Cassazione ha affermato che il datore di lavoro è tenuto a dell’organizzazione sindacale sia diversa da quelle contemplate dallo Statuto dei Lavoratori. Ciò in quanto il Decreto Legislativo n. 564/1996  deve essere considerato solo in relazione all’aspetto previdenziale, non potendosi limitare l’autonomia del sindacato nell’individuazione delle cariche che danno diritto alla fruizione dei permessi.riconoscere l’assenza non retribuita al lavoratore che ne faccia richiesta, anche nel caso in cui la carica ricoperta all’interno

 Altri Articoli:

Frosinone. In crisi anche la scuola dell’infanzia.

Servizio mensa - Flaica Lazio

E’ il messaggio che nasce dalla crisi della Serenissima Ristorazione che ha subito una notevole contrazione di pasti nella refezione scolastica de comune di  Frosinone. Per adesso l’azienda ha fatto ricorso alla cassa integrazione in deroga. Ma poi, visto il contenimento delle spesa statale su questo ammortizzatore sociale?

L’ACCORDO SINDACALE

Sciopero generale del 14 novembre 2014.

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Il 14 NOVEMBRE 2014 SCIOPERA IL SINDACALISMO DI BASE

 La CUB, insieme alla Confederazione Cobas, all’USI e all’ADL Cobas, ha proclamato lo sciopero generale dei lavoratori del settore pubblico e privato, per l’intera giornata di venerdì 14 novembre.

Nella stessa giornata l’USB proclama lo sciopero per almeno quattro ore.

Inoltre promuoveranno lo sciopero, rendendolo generalizzato e sociale, anche numerose strutture dei Centri sociali e del territorio, comitati e coordinamenti dei precari, organizzazioni studentesche nazionali e locali.

Lo sciopero generale si rende necessario per contrastare la politica fallimentare di austerità, imposta dall’Europa e condivisa dai governi, che ha assunto il pareggio di bilancio come obiettivo principale e ha portato fin qui solo all’aumento della povertà, alla disoccupazione di massa e alla distruzione della struttura produttiva; ora perseguono la completa deregolamentazione  del lavoro per far accettare qualsiasi occupazione, anche senza diritti e poco pagata se non addirittura gratuita, partendo dal diritto al lavoro e al reddito avvii la cura del territorio, la rivitalizzazione dell’agricoltura, il restauro delle nostre città, innovi l’industria e la struttura produttiva e ridefinisca un nuovo  modello di consumi.

Motivazioni dello stato di agitazione, e dello sciopero:
•    Contro la politica economica e sociale del governo Renzi e dell’Unione Europea, contro il Jobs Act e le altre misure per il mercato del lavoro, contro l’abolizione dell’art.18.
•    Per il diritto al lavoro, attraverso la riduzione d’orario a parità di salario, investendo per la bonifica dei siti inquinati, la messa in sicurezza del territorio, il risparmio energetico e le energie alternative.
•    Contro il Piano Renzi per la scuola, per l’assunzione di tutti i precari docenti ed Ata
Contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego, per massicci investimenti nella scuola, sanità, trasporti e servizi pubblici, per la difesa dei Beni comuni, contro le privatizzazioni, le grandi opere dannose e la distruzione del territorio.
•    Per la redistribuzione del reddito attraverso consistenti aumenti salariali per tutti i lavoratori e i pensionati.
•    Per reddito garantito, salario minimo, rivalutazione delle pensioni, salute e sicurezza sui posti di lavoro, diritto all’abitare, contro precarietà e lavoro gratuito (modello Expo).
•    Contro il Fiscal Compact, contro il pareggio di bilancio inserito nella Costituzione.
•    Contro l’accordo del 10 gennaio 2014 tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil,  per la difesa e lo sviluppo della democrazia sui posti di lavoro e del diritto di sciopero.

Milano 29 settembre 2014

Confederazione Unitaria di Base
Sede nazionale: Milano: V.le Lombardia 20 – tel. 02/70631804

ASpI. Illegittima l’esclusione dei salariati agricoli.

inps flaica lazio

ASpI  per gli operai agricoli a tempo indeterminato

Il  mancato riconoscimento da parte dell’INPS dell’indennità di disoccupazione in favore degli operai agricoli a tempo indeterminato licenziati il 31 dicembre  e , più in generale il fatto che, in presenza di tutti i requisiti di legge,  viene negata a questi lavoratori la possibilità di accedere al trattamento di disoccupazione ordinaria non agricola, ora ASpI.

Il mancato riconoscimento dell’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola genera una vera e propria lesione del diritto Costituzionale (art. 38) nei casi dei lavoratori licenziati il 31 dicembre per i quali, in  sostanza, viene meno qualsiasi forma di tutela dello stato di disoccupazione (agricola e non agricola) . Secondo l’interpretazione dell’INPS infatti questi lavoratori, non avendo  giornate indennizzabili, non hanno diritto alla disoccupazione agricola  né alla disoccupazione ordinaria, che indennizza invece i periodi di disoccupazione successivi al licenziamento.

Il   19 maggio 2011 il Tribunale di Padova con due distinte sentenze ha accolto i ricorsi di due operai agricoli a tempo indeterminato licenziati rispettivamente il 6 marzo 2009 e il 18 luglio 2009.  Entrambi i lavoratori avevano presentato nel termine di 68 giorni dal licenziamento la domanda di disoccupazione ordinaria non agricola, in presenza dei requisiti di assicurazione e contribuzione richiesti dalla legge.
A fronte del diniego da parte dell’INPS essi si sono costituiti in giudizio chiedendo la condanna dell’Istituto resistente al pagamento del trattamento ordinario di disoccupazione non agricola con la liquidazione degli arretrati , degli interessi e della rivalutazione monetaria a partire dalla domanda amministrativa.

Le sentenze chiariscono che è del tutto irrilevante il momento del licenziamento:  agli operai agricoli a tempo indeterminato spetta sempre la disoccupazione ordinaria non agricola poiché, nell’interpretazione del giudice , il legislatore ha escluso che essi possano accedere a disoccupazione agricola.
Tale indennità ovviamente è destinata ad indennizzare i periodi di disoccupazione involontaria successivi al licenziamento e alla presentazione della domanda, come avviene  per i lavoratori dipendenti comuni.

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